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No ho piu' parlato ai quadri da quando i loro colori
sono scappati via come cani randagi impauriti.
Tengo stretto tra le mani il non senso sensato dei tuoi
capelli nella mia bocca.
Recito a memoria tutto quello che ho scordato.
Mi scaravento su di te come un verso venuto male
e ti schiaccio
di "recondite armonie"
ma disarmonici sono oramai i miei gesti quotidiani.
Sciolgo nell'acqua aspirine e zollette di zucchero
e bevo
maleducatamente
la tua faccia che cospira con le ombre cinesi
che senza ritegno fanno all'amore dietro a un paravento
rincuorato dalle candele.
Non sono piu' quello di domani
e oggi
forse
ti regalero' un rasoio
e ti porgero' i miei polsi
per il nostro ennesimo
suicidio di vita.
"DISARMONICI GESTI QUOTIDIANI"
- (Enrico Nascimbeni) –
Tratta da
"Sognando di vivere a trecento all'ora su una macchinina a pedali"
- Rupe Mutevole Edizioni )
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